Berty Skuber considera la propria opera come una sorta di enciclopedia fantastica in cui realtà, sogno e immaginazione partecipano in misura uguale e sono percepite sullo stesso piano, o su piani comunicanti, ma che non sono gerarchicamente ordinati. L’origine dell’opera di Skuber può sempre essere rintracciata nei suoi “calendari” – ovvero nelle sue annotazioni quotidiane, che appaiono sotto forma di parole o immagini e riguardano avvenimenti personali o pubblici – mentre il risultato finale si ritrova, concettualmente, nei suoi video. Nel mezzo ci sono libri, disegni, dipinti, collage, oggetti, sculture, assemblaggi, fotografie, corrispondenze e installazioni.
I primi dieci anni dei calendari di Skuber – fronte-retro, ordinati dal 1973 al 1982 – sono esposti nella collezione del Museion di Bolzano. L’artista espone le proprie opere fin dai primi anni ‘70 in mostre personali e collettive, in Europa e negli Stati Uniti; i suoi video sono stati presentati in festival in Europa e Africa.
Tappe
LABIRINTICA / Il labirinto nella tradizione orale – la memoria –